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L'analisi dei trasduttori planari isodinamici ed a nastro, ci indica un'ulteriore strada da seguire per la realizzazione di un progetto che aspira ad ottenere prestazioni allo Stato dell'Arte.
Questi trasduttori hanno una impedenza pressoché piatta lungo tutto il suo range di funzionamento, a causa dell'assenza di una bobina avvolta su se stessa, come è, invece, nei trasduttori magnetodinamici a cono e a cupola.
Con un'impedenza piatta, il lavoro dell'amplificatore è facilitato. In particolare, gli amplificatori a valvole privi di controreazione, tenderanno a ricalcare la loro risposta in frequenza, sul modulo d'impedenza dell'altoparlante; se l'andamento è tormentato, lo sarà anche la sua risposta in frequenza.
Non solo. Se si analizza la forma dell'onda del segnale audio in ingresso all'altoparlante e, poi, alla sua uscita tramite microfono, ci accorgeremmo che sono identiche. Ciò significa una maggiore aderenza al suono originale, per così come è stato registrato.
Ecco la motivazione, d'introdurre le uniche correzioni dei trasduttori magnetodinamici, basate sull'adozione di componentistica passiva.
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Queste sono attuate mediante l'adozione di celle di compensazione, poste in parallelo al segnale. In questo modo, il loro modulo dell'impedenza è trasformato in un andamento perfettamente lineare, dalla minima frequenza di emissione fino alla massima. Pertanto, sia il picco di risonanza che l'andamento induttivo del modulo dell'impedenza del trasduttore, sono stati eliminati, in modo da presentare all'amplificatore un carico facilissimo, caratterizzata da un modulo di impedenza dall'andamento costante e lineare.
Le celle di compensazione non sono mai utilizzate dalla totalità dei costruttori commerciali. Ufficialmente perché queste sono dannose alla qualità del suono. In realtà, è solo una questione di costi.
Per ulteriori info:
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